Prigionia fa rima con miopia

Prigione = miopia?
Domanda molto di attualità, visto che in prigione (o “al confino”) ci entriamo/usciamo/rientriamo un po’ di continuo.

Finora si tirava a rintracciare l’origine della miopia o nell’ereditarietà genetica (ipotesi preferita da quelli che NON vogliono trovare una soluzione), oppure nel lavoro da vicino, ipotesi molto più sensata ma… non sufficiente. Si, perché le ricamatrici, gli orafi e altre professioni del genere ci sono sempre state, ma la miopia no! (fidatevi, sono sociologo, ne capisco di storia e di antropologia e ho fatto le mie ricerche). La mia ipotesi è che ci vuole anche una forte limitazione della possibilità di movimento fisico (e degli occhi).

La scuola!

Ci sono molti aneddoti storici in tal senso, ma la documentazione più importante ce l’ha fornita la Prussia (lo stato che ha poi riunificato la Germania). E’ stato il primo paese ad introdurre l’istruzione di massa obbligatoria, nel 1870. E subito si è notato (e registrato) un aumento rapido del tasso di miopia: da una percentuale irrisoria fino al 5% dopo qualche anno. Per il lavoro visivo da vicino, certo. Ma anche per la rigida disciplina e la limitazione di ogni movimento.

Negli ultimi dieci anni ci sono state molte ricerche condotte da oftalmologi e optometristi soprattutto australiani, che dimostrano che i bambini che passano alcune ore giocando all’aria aperta sviluppano molto meno miopia di quelli che non lo fanno, anche se magari passano più tempo a studiare.

E poi ci sono gli equipaggi dei sottomarini USA, dati ufficiali: quando iniziano le crociere ci vedono bene. Dopo qualche mese di immersione (eh si, si nascondono per mesi, pronti a spedire missili da qualche parte) TUTTI sono diventati miopi.

Ma studenti e marinai non possono considerarsi proprio dei prigionieri…

C’è un altro dato, questo invece poco pubblicizzato, riguardo ai prigionieri italiani di media e lunga permanenza (diciamo da due anni in su). Diventano miopi.
Buffo!
E’ da notare che la percentuale di miopia tra i delinquenti, o presunti tali è in genere notevolmente più bassa di quella riguardo alla popolazione, come se i miopi di per sé fossero persone poco propense a delinquere. Per cui non sono tanti i miopi che entrano in galera.
Ma in galera diventano miopi e cardiopatici. Perché? Perché non si muovono e anche i loro occhi non si muovono e non possono mai spaziare lontano (le finestre non ci sono o sono schermate).

E noi siamo prigionieri?

Oppure siamo piuttosto dei monaci? La differenza è importante, perché i monaci NON erano miopi. Certo seguivano una disciplina, però si muovevano, erano attivi e usavano la loro vista anche da lontano.
Quello che fa la differenza è l’atteggiamento e la consapevolezza. La disciplina possiamo (e dobbiamo) darcela noi, curando la casa, noi stessi e i nostri occhi, invece di lasciarci andare. In particolare è importante proteggere i nostri occhi da un uso eccessivo di computer, tablet e telefonini.

Chiaro che questi ultimi ci servono, anche grazie a loro possiamo seguire corsi e lezioni, come quelli che propongo.
Ma c’è assolutamente bisogno di muovere il corpo, di guardare dal balcone, di ascoltare musica. Non c’è bisogno di ingozzarci di notizie (che sono sempre uguali), né di ricercare continuamente video che ci facciano capire “tutto”. Queste cose hanno un senso, ma non dobbiamo permettere loro di “mangiarci”. Il nostro equilibrio e il nostro benessere sono la cosa più importante.

A proposito di finestre, balconi e terrazze

Nel primo lock down molti avevano riscoperto i balconi: per fare esercizi, o balli, o chiacchierare con quelli del piano di sopra. Coninuiamo ad usarli! Facciamo pause dal computer, andiamo a guardare le nuvole o bearci nel sole (magari facendo sunning, che è una benedizione per i nostri occhi). E troviamo ogni momento adatto per dare libertà ai nostri occhi di muoversi un po’ dappertutto, ma soprattutto dove c’è luce e nella distanza. Se poi ci possiamo mettere anche un giretto nel parco, per praticare le cose imparate con Buena Vista….

 

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